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La guerra dei dazi tra le due superpotenze mondiali, USA e Cina, è ancora sotto la lente d’ingrandimento del mondo: il presidente statunitense Donald Trump ha deciso di sorprendere tutti annunciando l’innalzamento dei dazi dal 10% al 25% su 200 miliardi di dollari in vigore da venerdì 10 maggio.
Se ciò non bastasse, ha inoltre reso nota l’intenzione di ampliare i dazi su beni per 325 miliardi di dollari a meno che i negoziati lampo con il vicepremier Liu He non producano risultati significativi.
A riaccendere il dibattito sarebbero stati i tentativi cinesi di rinegoziare (per l’ennesima volta) i termini degli accordi, mettendo così in discussione mesi di trattative e di accordi parziali già raggiunti. Una situazione che i rappresentanti statunitensi si sono trovati più volte a dover affrontare.
Quali le conseguenze per il resto del mondo?
L’impatto di tale guerra sul resto degli altri players mondiali dipenderà in buona sostanza dalla capacità delle due superpotenze coinvolte nel conflitto di andare a sostituire i reciproci prodotti con produzioni di altri Stati. In poche parole, chi sarà più rapido a fornire una rapida alternativa si assicurerà il posto di supplier dei due Paesi. A essere colpiti maggiormente dalla guerra commerciale sarebbero quindi molti paesi del Sud-Est asiatico, che sono perfettamente integrati sia nelle catene del valore delle merci cinesi sia di quelle americane.